Ci ha attesi per troppo tempo. Il primo tentativo di riforma della seconda parte della Costituzione ha oltre trent’anni, ma non si è concretizzato, forse per una tendenza alla conservazione, per un timore sottile di ciò che non si conosce già.

Noi votiamo convintamente per il cambiamento e cerchiamo qui di rispondere: cambiare cosa e cambiare chi?

Per superare il bicameralismo paritario

Finalmente l’Italia cesserà di essere l’unico paese europeo in cui il Parlamento è composto da due camere eguali, con gli stessi poteri e praticamente la stessa composizione. Il superamento del cosiddetto “bicameralismo paritario” servirà per ridurre il costo degli apparati politici e per rendere l’attività del Parlamento più rapida ed efficace. La Camera dei Deputati darà e toglierà la fiducia al governo, il Senato rappresenterà prevalentemente le istanze e i bisogni di comuni e regioni.

Per ridurre i costi della politica

Verrà ridotto il numero dei parlamentari, perché i senatori elettivi passeranno da 315 a 95 (più 5 di nomina del Presidente della Repubblica) e non percepiranno indennità; il CNEL verrà abolito, e con esso i suoi 65 membri; i consiglieri regionali non potranno percepire un’indennità più alta di quella del sindaco del capoluogo di regione e i gruppi regionali non avranno più il finanziamento pubblico; le province saranno eliminate dalla Costituzione. La riduzione di costi e “poltrone” restituirà credibilità alle istituzioni.

Per una maggiore partecipazione dei cittadini

La democrazia non si riduce solo al momento del voto, ma è un insieme di strumenti nelle mani dei cittadini per esprimere idee, proposte e bisogni. Con la riforma costituzionale, la democrazia italiana diverrà autenticamente partecipativa. Il Parlamento avrà l’obbligo di discutere e deliberare sui disegni di legge di iniziativa popolare proposti da 150mila elettori; saranno introdotti i referendum abrogativi se richiesti da 800mila elettori.

Per una maggiore parità di genere

Con la riforma costituzionale si introduce la parità di genere come principio. L’art. 55, se la riforma sarà confermata, sancisce che “Le leggi che stabiliscono le modalità di elezione delle Camere promuovono l’equilibrio tra donne e uomini nella rappresentanza”; nell’art. 122, si specifica che sarà la legislazione statale a definire i principi fondamentali per garantire, anche a livello regionale, l’equilibrio di rappresentanza di genere.

Per approfondire la riforma e leggere i punti fondamentali: www.bastaunsi.it

Si vota domenica 4 dicembre 2016 dalle ore 7 alle ore 23

Ambiente e Territorio eventi

Leave a Reply

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *